Da Dingle alle isole Aaran. La costa occidentale.



Dopo il Ring of Kerry mi avvio ad esplorare un'altra penisola, molto meno estesa ma che nulla ha da invidiare al Kerry (benché ne faccia parte). E’ la penisola che prende il nome da Dingle, uno dei paesini che la popolano.



La ricerca era finalizzata alla visita dell’“Oratorio di Gallarus", struttura a forma triangolaroide con muratura a secco. Probabilmente era una cappella celebrativa e la particolarità della costruzione era indicata nella spettacolare posizione vicino al mare. Niente di più vero.




Le baie sottostanti ed i colori particolarmente sgargianti di terra, mare e cielo ne fanno un luogo di pace e contemplazione. Non fosse per le centinaia di turisti che si spingono fin qui alla ricerca della medesima pace.
Il prossimo appuntamento è offerto dalle famosissime ‘Cliff’s of Moher’, spettacolari scogliere che da oltre 100 metri di quota cadono a picco nel mare.
Per raggiungere questa zona c’è da passare per Limerik, città industriale conosciuta per i cantieri navali e perché si trova sul delta del maggiore fiume irlandese, lo Shannon. Poco fuori Limerik, per curiosità, mi sono fermato ad Adare e al Bunratty castle.
Adare è un paese che conserva, come attrazione, i famosi cottage irlandesi, con tetto fatto da un possente spessore di piccole canne e colorazioni vivaci. In alcune di queste abitazioni è possibile entrare e osservare come la disposizione degli ambienti era ottimizzata paer non sprecare la minima stilla di calore nei lunghi inverni irlandesi. Ciò che mi ha colpito è il pungente odore di torba, combustibile fossile utilizzato in Irlanda al posto del rarissimo e prezioso legno. 
Il castello di Bunratty non si presenta come chissà che di bello, non è imponente benché la struttura sia molto massiccia, ciò che presenta di interessante, a mio parere, sono le rievocazioni che quotidianamente prendono vita tra le mura di questo castello. 
Figuranti con vestiti d’epoca inscenano spettacoli anche durante cene a tema, è possibile infatti prenotare pasti con pietanze consumate nel medioevo (frutto di studi su documenti d’epoca) e contemporaneamente assistere a spettacoli del genere. Purtroppo non ne ho approfittato ma la curiosità mi spinge a voler tornare per prendere parte ad una sontuosa ‘cena medioevale’.
Finalmente le scogliere, le Cliffs of Moher; questo luogo è famosissimo data la sua spettacolarità. Scogliere che cadono a picco nell'oceano da oltre cento metri di altezza. Un vento costante che in particolari condizioni può diventare pericoloso. Luci, colori e suoni che influiscono non poco a rendere questo luogo suggestivo.
In effetti merita tutta la fama che ha.
L’imponenza e la sontuosità di una “corona” sul trono d’Irlanda. Il mare, di lontano, fa arrivare l’eco delle onde fino quassù dove immancabili gocce di pioggia ed un cielo striato fanno filtrare un sole orizzontale a questa tarda ora del pomeriggio. Sembra il luogo adatto per la preparazione di pozioni magiche.




Poco a nord delle Cliff’s of Moher c’è un piccolo paese, Doolin. Qui le serate si animano con musica celtica e birra scura nei numerosi pub che spuntano ovunque. A canzoni come Dirty old townThe wild rover, partecipano ormai molti dei clienti con frasi e rime inventate su due piedi.
Fuori dal pub il panorama è silenzioso ma imponente; la bassa collina degradante regala la vista delle isole Aaran all’orizzonte, adagiate placidamente di fronte la costa. Tra qualche giorno vi approderò anch’io.

Prima di prendere il traghetto per le isole ho messo in programma la visita al Parco Nazionale del Burren, territorio di basse colline sassose di un colore grigio intervallate da prati di un verde acceso. L’habitat è stato preservato per le particolari specie di flora e fauna che abitano in questo parco, inoltre, dolmen e menhir sono frequentissimi in zona, anche di relativamente recenti (si vedono qua e là pile di sassi innalzate da turisti o da buontemponi in vena di scherzi).












Dal Burren mi dirigo verso l’entroterra alla ricerca di un cimitero “famoso” per la sua spettacolarità (se un cimitero si può definire in questi termini), si tratta diClonmacnoise.
Le due ore di strada sono ripagate da un paesaggio, per quanto pianeggiante, che colpisce. Innanzi tutto la quiete che regna, il lento scorrere dello Shannon, fuori dalle mura del cimitero, regola i cicli di vita e di morte più del sole.
La torre “cieca” tipica dell’Irlanda medievale, le cappelle in pietra e le decorate croci celtiche sono solo la cornice ad uno scenario completato da cielo grigio che si squarcia per improvvise pioggie di luce, il solito verde dei prati e la superficie argentata del fiume.


In serata il coloratissimo paese di Galwaysi presenta sotto una pioggia battente che durerà fino al giorno dopo, brevi tregue fanno uscire la gente dai ripari e riempie le strade di vita.
"Solite" case colorate, "soliti" pub, "solita" birra e il molo d’imbarco dei traghetti che fanno la spola quotidiana con le isole Aaran, baluardo della tradizione celtica e luogo d’origine dei famosi maglioni in lana bianca grezza, decorati e ruvidi che danno riparo dall’umidità che aleggia nell’aria per gran parte dell’anno.
Il turismo “pendolare” che arriva sulle isole, soprattutto ad Innishmore, l’isola maggiore delle Aaran e
principale approdo dalla terraferma, occupa l’isola per una giornata par poi far ritorno sulla terraferma con l’ultimo traghetto disponibile.
Le tratte Galway-Innishmore del mattino e la Innishmore-Galway della sera sono affollatissime e costringono a lunghe code per l’imbarco. Le tratte opposte sono vuote; per questa volta la fortuna mi ha assistito, ho scelto le tratte vuote ed ho dormito sull’isola assaporando il carattere della notte tranquilla delle isole. Il cielo finalmente sgombro saluta il giorno con un tramonto rosso e solitario. Solita birra e cena in un pub e a piedi fino al B&B nel buio dell’isola.
Gli onnipresenti muretti a secco delimitano l’orizzonte dello sguardo fin su al forte che faceva da sentinella dall’alto della scogliera ad ovest delle isole è un punto privilegiato di vedetta.
Le rocce frastagliate alla base delle mura di fortificazione erano state messe lì per rallentare l’avanzata degli invasori ed ora sembrano l’ostica corteccia di un riccio di terra.

Per il resto, come spesso accade, sono i dettagli che rimangono impressi. Un uomo appoggiato al suo cancello di casa, con il suo maglione bianco stile Aaran, il cappello da pescatore e la faccia scavata dal sole e dal sale del mare che guarda perso l’orizzonte. 
Una vacca pezzata, bianca e nera, nel piccolo giardino recintato di una casa che pascola placidamente.  La piccola barca a vela che scivola sulle acque tranquille alla luce rossa del sole. Bellissimo. Grandioso.





... e la musica celtica, tipica irlandese, che spunta ovunque.







Il ritorno sulla terraferma sembra la fine di un sogno, niente di più sbagliato! Il sogno, bellissimo, unico come l’Irlanda, è appena incominciato. Di fronte alla macchina si stende il Sontuoso Connemara, l’elegante Connemara, il magico Connemara, ritenuto, non a torto, la terra delle fate e dei folletti...

Proverbio irlandese:
Ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare:
o stai bene o stai male.
Se stai bene non ti devi preoccupare.
Ma se stai male,
ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare:
o guarisci o muori.
Se guarisci non ti devi preoccupare.
Ma se muori,
ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare:
o vai in paradiso o vai all'inferno.
Se vai in paradiso non ti devi preoccupare.
Ma se vai all'inferno,
ti ritrovi tanto preso a salutare gli amici
che non hai neanche il tempo di preoccuparti.
Non ti preoccupare.

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